Dopo un lungo silenzio, altrimenti operoso, la Galleria Amaltea, rinnovata in parte, ci presenta il pittore Bruno Rocchi, fondatore del "sovrapponismo" il quale consiste nella disposizione delle immagini in tempi successivi e in modo che esse appaiano sovrapposte e spesso complementari, tra loro. L'idea del pittore evoca la legge psicologica dell'associazione delle idee, le quali pullulano nella nostra mente cosė da sovrapporsi, intrecciarsi nell'ambiente coesistenziale, dando forma definita alla scintilla generatrice.
Bruno Rocchi, fedele al suo credo, non teme tuttavia di attingere all'idealismo, decorativo, al realismo tout court, al barocco ed anche a pure forme geometriche. Il linguaggio risulta quindi composito ed affatto alieno da prestiti, da precisi riferimenti iconici a noti maestri, (vedi il crocefisso di Dalė) ma l'operazione non solo č piacevole nel suo insieme, ma valida anche per certi tagli originali, il colore e la luce a raggera e per la personale composizione.
A trent'anni Rocchi ci propone una tecnica espressiva pių che efficace, nonostante le suddette precisazioni.
Gino Sordini (da "Il Lunedė Ligure" - Genova)