Il sovrapponismo di Rocchi, oltre ad essere di estremo interesse per la novità della tecnica (non ricercata come fine), lo è ancor più perché ad esso si unisce una convinzione di contenuto ed una matura protesta contro l'io-macchina disumanizzato.
Rocchi cerca di scavare dentro di sé, unendo in libere associazioni le immagini che il subconscio fa emergere alla coscienza; tale necessità non deriva solo da un preciso desiderio di conoscere e di conoscersi, ma i sogni, le sensazioni, gli stati d'animo si manifestano alla coscienza indipendentemente dalla volontà dell'autore, benché psicanaliticamente motivati.
La tecnica è una ricerca a volte preziosa, a volte paziente, a volte azzardata, ma sempre estremamente precisa, chiara, pulita, espressiva. Rocchi conosce bene le tecniche d'arte, i poli d'attrazione, l'impaginazione accurata del disegno e, soprattutto, il modo disinvolto di accostare o amalgamare cromie anche contrastanti: sa cogliere l'evanescenza, la trasparenza, le sfumature nei fiori, la plasticità, la poesia di un nudo femminile.
Rosanna Ricci (da "Il Resto del Carlino" - Forlì)